MADONNA DI CAMPIGLIO L'intervento consiste nella ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione dell’edificio preesistente con ampliamento. La proposta progettuale ha avuto origine dall’idea di suddividere il volume edilizio in due corpi collegati dalle coperture e dai terrazzi per diminuire il più possibile l’impatto dell’edificio da valle. La suddivisione in due corpi è soprattutto visiva in quanto formalmente sono collegati tra loro dalle terrazze che poi diventano copertura di parte dell’edificio. I volumi sono stati ulteriormente scomposti e poi accorpati seguendo le curve di livello del terreno esistente. Per inserire tali volumi nel pendio scosceso che caratterizza il lotto è stato naturale pensare di scalare le altezze dei due corpi dell’edificio in modo da consentire di godere della splendida vista da ogni appartamento. Il blocco a monte , composto di tre piani, si eleva in appoggio sulla doppia distribuzione dei parcheggi ed è appoggiato a monte sul vani scala/ascensore che serve distributivamente tutti i piani a partire dai due garage interrati. Il blocco a valle, adagiato sul pendio, risulta a quota inferiore di un piano dell’edificio superiore. La sua caratteristica con tetti a doppio a falda compenetrati su un tetto madre inclinato verso valle, ne movimenta la facciata . Volutamente si sono tenuti i corpi dei timpani aperti ai lati con ritmo disuguale ed un tetto a due falde centrali chiuso. Tale andamento spezzato ricorda le chiusure dei tetti tradizionali nelle nostre valli che si presentano in geometrie improvvisate e raramente simmetriche. Il sostegno dello sbalzo della linea di gronda è garantito da una serie di montanti verticali, singoli ed in coppia, che si incastrano sul tavolato del parapetto del balcone, volutamente disegnato con pendenza verso interno, quasi strombato verso la facciata principale. Nella parte alta si evidenzia un avancorpo centrale che spezza la volumetria piatta della facciata superiore, sottolineandone l’interruzione con la realizzazione di balconi in tavole tinte ebano,che rafforzano lo stacco tra i corpi laterali . Tutte le parti architettoniche lignee sono tintate color scuro, in ricordo delle strutture del maso demolito. Le parti a contatto con il terreno, invece, sono rivestite in pietra dolomia.
Il lavoro dello studio, fondato nel 1970 a Trento, copre negli anni numerose tipologie di progetti, che, su scale diverse , variano da grandi complessi alberghieri, residenziali od industriali ad altri più piccoli, sia in ambiente alpino che urbano.
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