MADONNA DI CAMPIGLIO Il progetto consiste nella realizzazione di un nuovo percorso museale all’aperto, dedicato a Bruno Detassis, che attraverso l’allestimento dell’area con elementi appositamente progettati, ricorderà le imprese del noto alpinista. “Lasciare traccia di una storia disegnata dentro le Dolomiti di Brenta è l’intento del percorso espositivo all’aperto nel luogo dove Bruno Detassis ha vissuto gli ultimi anni della sua vita. L’idea si inserisce in un quadro più ampio che intende la cultura della montagna come elemento di respiro e di conoscenza per il territorio, per le genti che lo abitano e per i turisti che lo visitano. La volontà di dare forma a uno spazio per Bruno Detassis si accompagna alla convinzione profonda dell’importanza di rendere pubblica e condivisibile l’esperienza di un uomo che ha incarnato un modo virtuoso di volgersi ai monti e alle sfide che i monti propongono. Tutto dentro un senso alto della vita e del suo valore. La progettazione di una struttura verticale che ricorda il massiccio del Brenta vuole essere un omaggio alle Dolomiti che, pur avendo Bruno arrampicato e camminato in luoghi diversi, aveva scelto come “la casa” dove vivere e della quale conosceva ogni “vano”. L’idea culturale della piazzetta ripone la sua forza nella possibilità di costruire uno spazio dialogane che racconti, a partire dalla memoria architettonica del luogo, l’eredità di una vita dedicata alla montagna. Un luogo che a partire dalla scelta dei materiali naturali racconta in modo essenziale, pregnante e chiaro (com’era Bruno, che anteponeva i fatti alle spiegazioni prolisse) l’approccio di Detassis alla montagna, partendo dalle sue principali vie alpinistiche (incise sulle pareti) fino ai sentieri più personali della sua vita con Nella Cristian. Un luogo di contenuti, innanzitutto, con eleganti e misurati pannelli di testo. Uno spazio di accoglienza semplice e sincera com’era quella dell’uomo Bruno Detassis (che mai dimenticava il valore di ogni essere umano). Una piazzetta dove raccogliere in sintesi il materiale di una vita, patrimonio prezioso in termini di memoria storica e di riconoscibilità internazionale, considerando che Bruno Detassis è ricordato ben oltre i confini trentini.” Roberta Bonazza Nel progetto viene introdotto un elemento qualificante e rappresentativamente moderno delle guglie dolomitiche, realizzandolo in lamiera di ferro verniciata a polveri. Sulle guglie sono state raffigurate, secondo un fedele sviluppo grafico, sette vie compiute nelle Dolomiti dalla guida. La rappresentazione grafica è ottenuta mediante un taglio al laser della lamiera ed è evidenziata nelle ore notturne con una retroilluminazione a led a gestione oraria. Una tabella in acciaio inox con la descrizione delle singole vie e le date verrà posizionata per dare notizia al visitatore delle varie salite nel tempo. L’effetto delle guglie dolomitiche riveste completamente la parete a monte dell’invaso. Nella zona di chiusura della Cengia realizziamo una fonte d’acqua che scaturisce da due trovanti, in granito e in dolomia, La base della fonte scavata nel blocco di granito a forma trapezoidale chiude la cengia verso nord e avrà un troppo pieno che permette la presenza continua di una quantità d’acqua controllata. Nella fonte si incastrano i due blocchi opportunamente lavorati, di cui uno forato verticalmente per poter far scaturire l’acqua, simile a una sorgente, nella base della fonte. Sulla parete di fondo in dolomia bocciardata e retroilluminata, due lastre di metallo raffiguranti un camino e la guida Bruno Detassis in salita libera mentre esegue una “spaccata”. Tale scenario è preso da una fotografia di archivio della guida stessa. Sul lato sinistro della Cengia, alcuni blocchi dividono lo spazio del percorso esistente al nuovo residence. La scritta Cengia del Bruno appare sul fondale della fontana. La pavimentazione della piazzetta in granito seguirà l’andamento in pendenza dell’attuale piazza. Il turista che salendo la strada per andare verso la montagna troverà così uno spazio dedicato a memoria della guida e avrà la possibilità di conoscere i tratti salienti della sua attività a Madonna di Campiglio nel gruppo del Brenta.
Il lavoro dello studio, fondato nel 1970 a Trento, copre negli anni numerose tipologie di progetti, che, su scale diverse , variano da grandi complessi alberghieri, residenziali od industriali ad altri più piccoli, sia in ambiente alpino che urbano.
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